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Storia Slowly  
Ink of dragonfly
Ink of dragonfly | 🇪🇸 Spagna

Originally written in EspañolEnglish. Translated by Spark.

Comincerò col raccontarvi la mia storia dal centro:
Tutto ha avuto inizio con un implicito addio. Si trattava di un’idea chiara e condivisa che diceva così: “Anche se noi non dovessimo più parlarci, sarò comunque grato/a per il solo fatto di sapere che tu esisti”. Tanto saggio quanto profetico. È così che una chirurgica increspatura ha trafitto due persone unite per pochi chilometri.
A parere mio ciò che è possibile trovare in questo luogo è una forma di comprensione non misurabile e travolgente. E per tanti che, proprio come me e te, avvertono dentro di sé una tenue oscurità, una voce ci porta a credere che ogni messaggio inviato sia destinato a dissolversi. Quell’istante in cui capisci che qualcosa non sta andando come vorresti, sapete.
Ma questa storia è alquanto peculiare. Tra le ore di euforica attesa segnate dall’invio o dall’arrivo di ogni lettera, ho scoperto in un’altra persona la sintonia più completa che le parole avessero mai composto. Tale mi appariva, reale e mistica. Io ragionavo sulla costruzione dei templi e lui abbaiava metafore musicali.
Considerate che eravamo delle entità astratte all’inizio. A poco a poco, tuttavia, abbiamo costruito un mondo che fosse interamente e assolutamente nostro. Una sorta di codice simbolico che ha attraversato il paese una volta e ancora, e ancora. Abbiamo iniziato a perdere colore, ad intrecciare e guardare le nostre trasparenti anime. Tra lui e me si è scritta, di lettera in lettera, un nuovo tipo di relazione. Una specie di chimera fatta di ammirazione e di polarità di infinita attrazione. Come se fossimo stati insieme per così tanto tempo che l’immagine del puzzle avesse smesso di avere un senso logico.

Un giorno, però, lui se n’è andato. È scomparso scrivendomi una rapida fuga, e stracciando la lettera sul pozzo e la luna in una miriade di pezzi. E io, che non ho un cuore forte, accumulavo fili di dubbi. Ho imparato a tessere la tela senza di lui e, settimane dopo, ho accettato l’incomprensibile di quanto rimasto nella mia vita.

Poichè non potevamo più scrivere alcuna lettera virtuale, ho aperto un cassetto. Ho afferrato un foglio di carta e preso in mano la biro che stava dietro al mio orecchio. Dopo qualche sortilegio, ho chiuso la busta. Sono trascorsi giorni. Ho atteso il momento di sentirmi tanto coraggiosa da acquistare un francobollo in un mondo dove tutto è istantaneo. Ho aggiunto un po’ di amore e ho infilato la lettera nella cassetta della posta nel giorno esatto in cui sentivo di doverlo fare.
Ho creduto che sarebbe stata la mia ultima lettera, l’ho perfino scritto. Pensate, a tal punto ero romantica. Come una di quelle persone che non cantano più senza la propria musa, come chi non si innamora di nuovo se non di quell’unica persona.

Eppure eccomi qui, a cercare tra le cattedrali che sono gli utenti di questa fantasia a forma di app, crogioli di personalità. A immergermi ancora una volta in un mondo vibrante, dove lettere sconosciute vanno assumendo nomi e colori. Dove il suo ricordo si è fatto perpetuo e leggero. Non passa giorno senza che il vento mi saluti e dica: – «Ehi, mandagli queste lettere da parte mia».

Mi chiedo se un giorno i nostri orologi diranno che è di nuovo scoccata l’ora. Di certo, io non ho fretta.

Baci colorati, F

 

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